Ogni cliente è una nuova storia: la personalizzazione del coaching

Ogni cliente è una nuova storia: la personalizzazione del coaching

Una delle cose che più amo del coaching è la personalizzazione di ogni cosa che faccio; la struttura dei i miei servizi è invariata, ma il percorso si declina in centinaia di modi diversi. Questo è fonte di gioia e soddisfazione sia per me sia per i miei clienti, e qui ti racconto perché!

 No man is an island: così inizia una poesia del poeta inglese John Donne. Nessun uomo è un’isola: siamo tutti in qualche modo connessi, perché tutti facciamo parte di qualcosa più grande di noi. Cosa c’entra con il coaching? C’entra eccome! Perché, quando svolgo i miei percorsi di coaching con le mie clienti, tengo sempre bene a mente che possiamo condividere bisogni, emozioni, desideri; che c’è qualcosa di primordiale che ci lega. Eppure, questo qualcosa di primordiale è vissuto in modo diverso da ognuno di noi, ed è per questo che siamo tutti unici e inimitabili. Nel mio lavoro, la mia priorità è esaltare questa unicità prima di qualsiasi altra cosa.

 

Personalizzazione del coaching per esaltare l’unicità

Sono coach da diversi anni, e sono lieta di poter dire che la mia attività professionale è stata in grado di aiutare decine e decine di donne a ritrovare la propria strada in momenti di vita complessi. A prima vista, si potrebbe pensare che, in tutti questi anni, il mio lavoro sia sempre stato più o meno tutto uguale. Formalmente sì: il primo approccio col cliente, la scelta del percorso da seguire insieme, le sfide e le difficoltà, i risultati finali… Ma nel lavoro del coaching, non conta tanto la forma quanto piuttosto la sostanza; e, nella sostanza, ho vissuto giornate lavorative totalmente diverse l’una dall’altra.

Come? Semplicemente perché lavoro con le persone, e ogni persona è un mondo a sé. Ogni persona è un micro-cosmo di esigenze, pensieri, emozioni, esperienze pregresse. Ogni persona agisce e reagisce a suo modo e, davvero, non esiste persona anche solo vagamente simile a un’altra.

Parto da questa convinzione – che sembrerà un’ovvietà, ma che non è poi così scontata… – per offrire alle mie clienti un servizio di coaching con una caratteristica fondamentale: la personalizzazione. Fare le stesse cose per tutte, dare gli stessi consigli e sperare negli stessi risultati sarebbe più semplice, ma è assolutamente impossibile e, oltretutto, renderebbe scontente le mie clienti e anche me.

Che cosa significa personalizzare il servizio di coaching?

“Servizio personalizzato”, “servizio su misura”: sono parole che trovi spesso nei contesti pubblicitari in qualsiasi settore. Dall’arredamento d’interni al coaching, davvero in qualsiasi settore. Ormai la personalizzazione è una caratteristica che diamo per scontata; forse proprio per questo motivo i professionisti la includono nella descrizione dei propri servizi, ma poi bisogna fare attenzione a non cadere nella superficialità. Nel coaching, in particolare, la personalizzazione assume un ruolo speciale, e non può essere altrimenti; lavoriamo spesso non su cose concrete, ma su stimoli, reazioni, sensazioni, processi mentali a volte molto ingarbugliati. Per me, quindi, svolgere un servizio di coaching su misura delle mie clienti significa:

Ascolto

Quando una cliente mi racconta e mi spiega cosa c’è che non va, come si sente o quali sono i miglioramenti che desidera e che sente di aver intrapreso, la distrazione è qualcosa che proprio non voglio e non posso permettermi. Ascolto con cura e attenzione, recependo non solo le parole, ma anche i toni e tutta la comunicazione non verbale che, spesso, è in grado di dire molto senza dire niente.

Empatia

Non c’è niente da fare: per me, è impossibile essere coach freddi e distaccati. Mi sono specializzata come Expat & Transition Coach in seguito alle mie esperienze personali, a volte molto dolorose; non potrei, adesso, far finta di non empatizzare con chi si ritrova a vivere emozioni simili alle mie. L’empatia è anche un vero e proprio strumento professionale: aiuta il coach a mettersi nei panni della cliente, a vedere le cose dalla sua prospettiva e, di conseguenza, a suggerire i percorsi migliori da compiere in quella determinata situazione.

Focus

Quando lavoro con una cliente, non c’è nient’altro che lei. Non vedo nient’altro nella stanza, non sento la sedia su cui sono seduta, non penso a niente se non a lei. Magari la sessione può durare solo un’ora, ma in quell’ora io esisto unicamente per lei. Lo faccio non solo affinché la cliente senta che la sto prendendo in considerazione in maniera autentica e sincera; ma anche perché solo così riesco a focalizzarmi sul lavoro più giusto per lei. Distrazione e multitasking, nel coaching, sono indice di poca personalizzazione (e, a volte, anche di poca professionalità).

Competenza

Forse adesso starai pensando che la personalizzazione del coaching sia tutta basata sulla capacità del coach di immedesimarsi nei bisogni della cliente. Non è così: non ci dimentichiamo che serve anche la competenza. Non ci si improvvisa coach: nel mondo esistono tante persone empatiche e attente, ma non tutte sono coach. Per diventarlo, è necessario formarsi, studiare le tecniche che qualcuno ha messo a punto prima di noi, svilupparne di nuove e più vicine al nostro sentire, fare tanta pratica e tenersi aggiornati costantemente. Ascolto, empatia e focus servono ad avere un appiglio dentro alla vita della persona che vogliamo aiutare; la competenza serve ad aiutarla fattivamente.

Connessione

In cosa si traduce tutto questo? Se dovessi usare una sola parola per parlare della personalizzazione delle mie sessioni di coaching, userei connessione. Quello che amo e credo sia giusto fare, infatti, è connettermi totalmente con la persona che ho di fronte. Che più che una cliente è proprio una persona, con il suo micro-cosmo che si porta sempre dietro; io chiedo cortesemente di entrare in quel micro-cosmo e, senza interferire, la accompagno fino a trovare la strada verso la serenità. Insieme, perché il coach non è mai un maestro che impartisce una lezione; è, piuttosto, la persona che ti accompagna verso lidi più sicuri.

 

Ogni cliente diventa, così, una nuova storia: un libro nuovo da sfogliare insieme e da riscrivere pagina dopo pagina. Se credi che la personalizzazione del servizio di coaching sia fondamentale, ora sai perché lo è anche per me, e perché non potrebbe essere altrimenti!


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